giovedì 1 marzo 2018

Moise KEAN



«Quando penso alla Juventus mi viene in mente solo una parola: grazie! Da quando sono arrivato che avevo 11 anni tutti hanno creduto in me, sono stato circondato da tanto affetto e sostenuto dal calore dei tifosi. Non vi dimenticherò mai, avrete sempre un posto nel mio cuore».

GIANLUCADIMARZIO.COM, 20 NOVEMBRE 2016
Ha la faccia da bambino ma sembra comunque più grande della sua età. Somiglia a Balotelli. Ci somiglia davvero, Moise Kean. Sia fisicamente, più alto e più potente dei suoi pari età. Sia caratterialmente, così estroverso e incredibilmente determinato. Il ragazzo classe 2000 con origini ivoriane (ma italiano a tutti gli effetti!) è stato convocato da Massimiliano Allegri per la gara contro l’Udinese lo scorso 14 ottobre e oggi è il primo giocatore nato nel nuovo millennio ad aver esordito in Serie A. Che traguardo per Kean, dopo mesi di goal (cinque in cinque presenze questa stagione) e prestazioni più che convincenti con la Juventus Primavera. Merito di velocità, tecnica e forza che lo hanno sempre portato a fare la differenza nelle categorie in cui ha giocato. Da Vercelli a Torino passando per Asti, dove Kean è cresciuto calcisticamente. La Juve lo nota e lo strappa al Torino perché vuole puntare su di lui. Dai Giovanissimi Nazionali di Gabetta agli Allievi Nazionali di Tufano, poi (a quindici anni) l’opportunità in Primavera. Altri passi in avanti in un percorso che l’ha visto bruciare le tappe e che ha convinto Fabio Grosso a convocarlo per la gara di Youth League contro il Manchester City, nel settembre 2015. Un regalo ma anche un tentativo di responsabilizzare sempre più un ragazzo con un carattere particolare, da far crescere giorno dopo giorno. Uno così non si può non notare, la Juve sa di avere in casa un piccolo gioiello su cui poter puntare per il futuro. E lo sa anche Grosso. I bianconeri allontanano le pretendenti e “lo consegnano” all’allenatore, che si mette in testa di farlo maturare e di limare anche quegli aspetti del carattere che in passato sono stati un limite.
Corsa, colpo di testa e tiro i suoi punti forti, tanto in bianconero quanto in Nazionale; oggi veste la maglia dell’Under 17, prima ha brillato con l’Under 15 e 16. Non c’è limite d’età che tenga, se sei abbastanza bravo sei anche abbastanza grande. Deve averlo pensato anche Allegri: «Un ragazzo bravetto, ma non è il solo della nostra Primavera». E pensare che non ha nemmeno un contratto da professionista! Attualmente è in vigore quello del settore giovanile (che vale fino ai diciannove anni) e non è prevista a breve la firma di un nuovo accordo. La Juventus e il suo entourage, però, stanno parlando: al centro delle discussioni c’è solo il meglio per Kean, che nei mesi scorsi non ha lasciato Torino in prestito per volontà di tutti, dalla società al padre del ragazzo. Una scelta giusta, numeri e rendimento lo confermano.
Ai suoi interessi ci pensa Mino Raiola. Un ulteriore punto di contatto con un’altra giovane stella come Donnarumma e con quel Balotelli che Moise ammira tanto. Studia lo stile di gioco di Mario (anche se lui è più prima punta), in passato ne ha anche imitato qualche celebre gesto. Come quando contro il Perugia realizzò una doppietta ed esultò mostrando la maglietta con scritto “Why always me?”. Sempre lui quello che brucia le tappe, sempre lui il personaggio più affascinante. Quasi 14.000 followers su Instagram, dove condivide pezzi della sua vita tra foto e video. L’hip hop come colonna sonora di un cammino che l’ha portato all’esordio, questa sera allo Juventus Stadium. Ma è tutto normale per lui: «Non ho difficoltà a giocare con calciatori più grandi di me, sono abituato. Quello che mi importa è fare bene e segnare». Predestinato? Si vedrà. Intanto Kean ha vissuto la sua “prima” in A.

Dopo l’esordio nella vittoriosa partita contro il Pescara, Moise fa il debutto anche in Champions League, qualche giorno dopo, subentrando a Pjanić nel match contro il Siviglia giocato in Spagna. L’ultima giornata di campionato, a Bologna, ha la grandissima soddisfazione di segnare la sua prima rete juventina, con un bel colpo di testa sottorete. Le sue emozioni raccontate a JTV: «Sono molto contento, anche perché è il primo goal, sono stato fortunato, sono veramente contento. È il sogno di tutti i ragazzi di 17 anni far goal con la Juve, con la maglia della Juventus, con una maglia così importante. Quindi sono veramente contento, è solo l’inizio. Però c’è da lavorare, perché secondo me questo è solo l’inizio. Dai giocatori della Prima Squadra ho imparato tanto perché stare vicino a loro è una fortuna proprio grande, è veramente bello perché mi hanno aiutato, con la testa giusta a non mollare mai, è stata veramente una cosa bella. Dedico questo goal a mia madre, alla mia famiglia, perché secondo me non ci crede neanche lei che ho segnato».
Kean viene prestato al Verona, neo promosso in Serie A. Termina la stagione, che vede la retrocessione della squadra scaligera in Serie B, con 19 presenze e 4 gol in campionato.
Nell’estate 2018 fa ritorno alla Juventus. Inizialmente impiegato marginalmente, trova il primo goal il 12 gennaio 2019, alla prima da titolare, siglando il definitivo 2-0 nella gara di Coppa Italia vinta sul campo del Bologna. Da qui in poi si ritaglia sempre più spazio, e con 13 presenze e 6 goal nella seconda metà di campionato (tra cui la sua prima doppietta in maglia bianconera, nella vittoriosa sfida interna dell’8 marzo 2019 contro l’Udinese e la rete che il 6 aprile decide la classica contro il Milan) emerge quale maggiore rivelazione stagionale della squadra juventina, dando un contributo importante nella vittoria dello scudetto, il secondo per Kean.


MICHAEL CRISCI, JUVENTIBUS 30 LUGLIO 2019
Moise Kean lascia la Juventus. Il classe 2000 è la prima vera operazione in uscita della finestra di mercato attuale. Può far storcere il naso che a lasciare per primo sia il più giovane, nonostante anche le altre punte centrali (Higuain, Mandzukic, Dybala) siano sul mercato. Vi è sicuramente la mano di Raiola, che nel giorno della presentazione di de Ligt aveva affermato quanto Kean fosse “come de Ligt”. L’attaccante di Vercelli è anche un pupillo del CT Roberto Mancini, e ha bisogno di un minutaggio che forse Sarri non avrebbe potuto garantirgli.
Moise andrà in Premier per 40 milioni, bonus compresi (secondo millennial più pagato della storia dopo Vinicius), e andrà a percepire 3 milioni netti l’anno. Lascia Torino dopo un finale di stagione eccellente, solo leggermente macchiato dal ritardo in under 21. La Juve non ne ha voluto perdere definitivamente il controllo, e quindi si è tenuta una prelazione; sarà il primo club che verrà interpellato, qualora l’Everton decidesse di venderlo (anche se il prezzo verrà deciso dagli inglesi).
Una soluzione ideale per la Juve, che incamererà una plusvalenza necessaria, e potrà assistere nei prossimi anni alla crescita del ragazzo; se Kean dimostrerà le sue potenzialità, la Juve si attiverà per riportarlo a casa e, se ne varrà la pena, investirà una cifra importante. Una situazione win win, ma anche la conferma che la Juve non è terra di giovanissimi, a meno che questi non vengano pagati 75 milioni.
Se ne va dunque un ragazzo che per almeno un mese, ha fatto sognare l’immaginario collettivo del tifo bianconero; dopo anni di magra, la soddisfazione di aver tirato su qualcuno di buono dal proprio vivaio, stimolava la fantasia dei tifosi. Ad esempio la sua corsa verso Oblak durante la gara con l’Atletico, quando tutti abbiamo corso con lui. Probabilmente se avessimo potuto, avremmo volentieri scambiato il suo gol col rigore al cardiopalma di Ronaldo. E che dire di quei 45 minuti contro l’Ajax, quando abbiamo sperato tutti potesse dare la scossa a una squadra che oramai stava perdendo tutte le certezze. Ci fidavamo di lui. Ci siamo fidati. Nella speranza di poterci fidare in futuro.

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